Vaccini Covid: chi sono i medici vaccinatori in prima linea
L’argomento vaccino, e tutto ciò che gli verte attorno, è diventato topic principale di interesse per l’opinione pubblica. Non da meno, quello relativo ai medici vaccinatori, direttamente connessi a questa impasse. Dopo tre mesi dal bando promulgato dall’ex commissario Arcuri, mirato alla ricerca di personale medico, soltanto 1750 contratti hanno visto ufficialmente la luce, su un totale di 12 mila infermieri e 3 mila medici richiesti.
Un dato allarmante e avvilente se si pensa ad un’ulteriore testimonianza tutt’altro che ottimista; si tratta del coinvolgimento dei medici di famiglia e dei pediatri, per un numero di circa 40.000, che solo in alcune regioni hanno iniziato a fare i primi vaccini.
Quali sono allora le modifiche da attuare in tempi brevi? Scopriamolo insieme.
Qual è la situazione attuale
Sembra che il tempismo non sia una costante che il Bel Paese riesca a far sua. A ragione di questa realtà, nonostante l’accordo nazionale preso dal ministro della Salute Speranza, soltanto la metà delle Regioni è riuscita a siglare un accordo locale effettivo sul fronte dei costi relativi ai rimborsi per le iniezioni in ambulatorio. L’altra metà, di contro, non è riuscita ancora a farlo.
Il numero di vaccini disponibili, però, sembra siano sufficienti ad immunizzare, presso i vari studi medici, almeno i soggetti che abbiano meno di 65 anni. In più, appresa la presenza di oltre 1,5 milioni di dosi di AstraZeneca, ne è stato sfruttato solo il 25%: una percentuale del tutto irrisoria.
La situazione corrente, secondo le parole del presidente Bonaccini, è l’occasione che più deve rappresentare il livello di collaborazione istituzionale intercorrente tra i vari livelli di Governo, in seguito all’integrazione del fondo sanitario nazionale perpetrato da quest’ultimo.
Lo scopo finale è procedere a passo svelto in questa fase cruciale, nel rispetto di un impegno costante che non si faccia fermare da stalli burocratici.
In questa campagna, sono coinvolti anche i medici specializzandi, i quali necessitano di una polizza rc professionale: clicca qui per saperne di più.
Anche grazie a loro, secondo le parole del ministro Speranza, è possibile compiere un altro passo avanti per cambiare in positivo le sorti del nostro Paese.
Medici vaccinatori: la nuova proposta
Per quanto riguarda i medici vaccinatori, il protocollo in questione include un compenso orario di 40 euro lordi, compresi tutti gli oneri fiscali anche quelli a carico dell’ente che ha approvato l’incarico. Da parte sua, il Governo dovrà adempiere allo scopo necessario di rimuovere – considerata la situazione eccezionale – tutte le eventuali clausole incompatibili in diretto contrasto con il piano vaccinale vigente, il cui decreto legislativo risale al 17 agosto 1999, nel n. 368.
Il disagio che sta vivendo la nazione in questa fase è puramente logistico; i medici vaccinatori, essendo stati finora esigui a livello numerico, non sono riusciti a sobbarcarsi l’onere di fare l’iniezione ad una moltitudine di pazienti. Per questo motivo, finora, a ciascuno di essi è capitato di dover gestire un quantitativo di dosi eccessivo da somministrare ai pazienti nell’arco della settimana. Il risultato desumibile è stato un rallentamento fisiologico delle vaccinazioni.
Secondo Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, il vero traguardo è stato raggiunto considerando adeguatamente i medici specializzandi in quanto tali, trattati allo stesso livello degli altri professionisti. A tutti, inoltre, saranno garantite sia la tutela e i diritti necessari che una corretta formazione. I medici specializzandi – continua Anelli – sono senza alcun dubbio dei medici a tutto tondo; un’evidenza che hanno dimostrato senza risparmiarsi sul campo, durante questa pandemia.
In aggiunta, dopo aver rivalutato e incluso le figure fondamentali dei medici specializzandi, il Governo prenderà in considerazione l’idea di coinvolgere anche i 63600 odontoiatri italiani, affinché possano mettere a disposizione immediatamente le proprie competenze e le strutture entro le quali operano – conclude Anelli – al fine di garantire un prezioso ausilio nella campagna di vaccinazione.