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Cosa fare contro il Bruciore di stomaco

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Quante volte durante la nostra vita abbiamo detto al proprio marito, moglie, mamma o papà: sto poco bene, mi brucia lo stomaco!

Innanzitutto è da chiarire che il “bruciore di stomaco “, non è legato allo stomaco, in quanto l’epitelio che lo riveste è perfettamente adatto e ha tutte le caratteristiche per rimanere a contatto con l’acido che egli stesso secerne nei processi digestivi senza esserne intaccato in condizioni fisiologiche.

Il bruciore che noi sentiamo, è dovuto al contatto dell’acido con la parte bassa dell’esofago, che ha invece un epitelio non adatto a restare a contatto per lungo tempo con liquidi dal ph acido. È infatti l’acidità di stomaco a provocare il bruciore.

Quindi la presenza innaturale di acido nell’esofago causa il bruciore di stomaco, dovuto ad un fenomeno chiamato reflusso gastroesofageo.

Il reflusso può manifestarsi saltuariamente ed essere legato ad episodi come pantagrueliche abbuffate dovute a ricorrenze o festività associate a qualche bicchierino di troppo, in questo caso basta un antiacido, come il classico bicarbonato e qualche giorno di dieta e il problema rientra.

Quando invece il sintomo si ripete spesso, più volte a settimana, magari la sera e si accentua durante le ore notturne, rendendo difficoltoso il riposo, si può realmente parlare di MRGE malattia da reflusso gastroesofageo, una delle patologie più comuni ai nostri giorni, si pensi che la prima voce di spesa del SSN, per quanto riguarda i farmaci, è quella riguardante i farmaci antisecretivi, che curano appunto la malattia da reflusso.

In questo caso cosa fare?

Sicuramente una prima autodiagnosi si può effettuare tenendo sotto controllo il consumo di antiacidi, se questo aumenta e si stabilizza su due tre utilizzi a settimana, è già un segnale premonitore di questa patologia.

La sintomatologia da tenere sotto controllo, oltre alla classica acidità, è il dolore retrosternale, il senso di soffocamento notturno, la classica pesantezza di stomaco, fino ad arrivare in alcuni casi anche al dolore toracico e interscapolare e a fastidio alla gola (esistono diversi casi di faringite da reflusso).

Cosa fare, sicuramente presentare questo quadro clinico al proprio medico curante per la similitudine di questa sintomatologia a quella di patologie coronariche, e scartata questa seconda ipotesi iniziare con una prima cura non farmacologica.

  • Diminuire di peso se si è sovrappeso, poiché la pressione addominale sul diaframma può favorire il reflusso.
  • Non fare utilizzo di alimenti, soprattutto la sera che favoriscono il reflusso quali caffè, menta, cioccolato, alcolici, peperoncino, pepe nero
  • Mangiare con calma evitando stress e masticando a lungo.
  • Evitare pasti pesanti la sera.
  • Evitare di cenare tardi o di andare a dormire subito dopo il pasto.
  • Alzare i piedi posteriori del letto, la testata, in modo che si dorma in leggera discesa e la gravità favorisca il deflusso dell’acido dall’esofago.

Se anche in questo caso il risultato non è soddisfacente, e il consumo di antiacidi non diminuisce (il consumo di tali prodotti è da considerare un indicatore importante) il medico curante vi prescrive sicuramente un PPI (antisecretivo molto potente) per circa 6-8 settimane.

L’utilizzo del PPI fa anche da diagnosi differenziale, se nell’arco di 7-10 giorni l’utilizzo di antiacidi diminuisce drasticamente e la sintomatologia scompare, si può tranquillamente fare una diagnosi di malattia da reflusso gastroesofageo.

Nei casi più gravi si può associare alla cura con il PPI un procinetico gastrico, che favorisce lo svuotamento dello stomaco.

La sintomatologia della MRGE in genere si acuisce nei periodi autunnali e primaverili.

Le indagini strumentali consigliate in questo caso, sempre dopo consulto medico, sono:

  • La gastroscopia, che verifica eventuali danni apportati dal prolungato contatto dell’acido dello stomaco con l’epitelio esofageo, ma che non dà alcun risultato nel caso in cui la malattia da reflusso non abbia causato danni visibili e/o strutturali.
  • La Phmetria delle 24 ore (oggi phimpedenziometria delle 24 ore) che con un sondino inserito dal naso e portato fino a pochi centimetri dallo sfintere esofageo inferiore, registra la presenza di acido nelle 24h nell’esofago e dà diagnosi strumentale certa di MRGE.

In ogni caso ricordo che il consulto di un medico è indispensabile.

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